Progetti
REALIZZATI
È il 1999 e alcuni giovani volontari italiani, coordinati da Caritas Italia, partono per la Macedonia, in soccorso dei profughi kosovari in fuga dalla pulizia etnica di Milošević. Tra questi ci sono Massimo Mazzali e Cristina Giovanelli che dopo la fine della guerra decidono di rimanere in quei territori martoriati e di offrire il loro aiuto, accompagnando il popolo kosovaro nella ricostruzione.
È stato un episodio in particolare a trasformare la loro esperienza temporanea in una scelta di vita: un giorno Massimo e Cristina incontrano un bimbo di pochi anni semiabbandonato all’interno della cuccia di un cane. Decidono di immediatamente di prenderlo con loro e di rimanere in Kosovo, creando una realtà dedicata all’accoglienza di minori.
Una struttura che è cresciuta sempre di più diventando, nel 2014, una vera e propria Casa di accoglienza, gestita ancora oggi da Massimo e Cristina che vivono lì insieme alla loro famiglia. Una Casa fortemente voluta anche da Valter Baldaccini, che contribuì concretamente alla sua realizzazione, anche se purtroppo non fu presente alla sua inaugurazione.
Oggi più di venti minori abitano stabilmente nella Casa di Leskoc e oltre 100 famiglie povere, sparse sul territorio, sono seguite e supportate. L’intero progetto è possibile grazie alla Delegazione Regionale di Caritas Umbria e da tante realtà e amici che in questi anni si sono avvicinati a questa straordinaria esperienza.
Per la Fondazione Valter Baldaccini non è il primo progetto per la Casa di Leskoc. Era infatti il 2016 quando, grazie al progetto Sviluppo e formazione al lavoro in Kosovo e alla generosità di tanti amici, siamo riusciti a donare alla realtà dieci mucche da latte, una mungitrice e un pastorizzatore, indispensabili per l’avvio di un’attività economica legata alla lavorazione del latte, che sta offrendo ai giovani kosovari accolti nella Casa di formarsi e avere un lavoro.
Dal 2003, infatti, per creare concrete opportunità lavorative per i bambini orfani accolti nella Casa (ormai diventati maggiorenni) e per il popolo kosovaro che vive in condizioni di estrema povertà, Massimo e Cristina hanno dato vita all’ONG Shoqata e Agrikultur Sociale Zllakuqan (CSZ), un’organizzazione che gestisce del terreno e una fattoria e che permette a queste persone di lavorare, sostenersi ed essere autonome coltivando orzo, mais e piselli, allevando bovini, facendo piccoli lavori di falegnameria e in officina e producendo pane, dolci e prodotti caseari.
Proprio dall’esperienza della CSZ e dall’attenta analisi dei bisogni del territorio si è capito che, attualmente, la produzione bovina del Kosovo copre solo in minima parte i bisogni del Paese e, pertanto, la carne viene per la maggior parte importata. Si tratta dunque di un settore dell’economia kosovara che ha bisogno di essere fortemente potenziato e che davvero può offrire opportunità di lavoro concrete.
Da qui il progetto per la realizzazione di una nuova stalla. Con questo intervento verrà ristrutturato l’edificio adiacente alla stalla già esistente e verrà creata una struttura per l’allevamento di quaranta vitelli.
Una stalla che significa lavoro per tanti giovani. Saranno 10 infatti le persone impegnate nel lavoro di ristrutturazione e quando la stalla sarà attiva 8 giovani saranno assunti per l’allevamento.