Progetti
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Suor Federica Zoia è un medico coraggioso e tenace, una donna piena di energia, vitalità e passione, che ha scelto di dedicare la propria vita all’amore per gli altri. Da molti anni vive e lavora in Kenya, a Kathonzweni, vicino a Nairobi. Valter Baldaccini la conosce durante uno dei suoi viaggi in terra keniota. Ne nasce un’amicizia solida e profonda, che porterà alla concretizzazione di diversi progetti umanitari.
In una delle sue prime lettere, quando inizia a farsi strada l’idea di una progettualità comune alla Fondazione Baldaccini, suor Federica ci scrive: “La donna è la colonna portante della società africana e questo semplice progetto può avere un impatto significativo sulla loro esistenza e su quella di tante altre persone. Crediamo e speriamo insieme nella possibilità di una nuova alba per tante donne keniane!”.
Costruire un progetto per le donne keniane vuol dire donare un aiuto concreto anche a tutte le loro famiglie. Offrire a ognuna di loro un’opportunità lavorativa significa dare la garanzia di un piccolo reddito, una fonte certa di sostentamento e un cammino verso l’autonomia e l’indipendenza.
Il progetto in terra keniota è stato chiamato “Mutanu” ovvero gioia, la gioia che attraverso la dignità del lavoro 20 donne, guidate da suor Federica, stanno ritrovando. Sono donne che vivono in assoluta miseria e povertà e che grazie a questo lavoro possono coltivare tanta verdura da vendere nel mercato locale, creando reddito per sé stesse e per le loro famiglie.
Era l’estate del 2018 quando, dopo aver individuato e acquistato un terreno, sono iniziate le prime riunioni operative con le donne coinvolte nel progetto e sono finalmente iniziati i lavori per la realizzazione della serra. A settembre di quell’anno, grazie al costante impegno e al duro lavoro delle donne spuntano le prime piantine di pomodoro.
Dopo un anno dall’inizio dei lavori Mutanu è bellissima e rigogliosa. Le piante crescono e le verdure maturano, le donne, entusiaste di avere questa opportunità unica, hanno iniziato a vendere i frutti dell’orto al mercato. Ha preso il via, inoltre, la lavorazione della parte esterna della serra, che verrà adibita alla coltivazione di peperoni. “Veramente avete cambiato la vita di queste donne e le avete rese più felici” ci ha detto suor Federica.
Tra il 2019 e il 2020, grazie al sostegno di tanti donatori, inizia anche un piccolo allevamento di caprette. A ognuna delle donne ne vengono affidate due. Allevare le caprette significa avere latte che può essere consumato e venduto e carne, grazie ai piccoli che nasceranno ogni anno.
La grande sfida del 2021 è stata quella di formare le donne del progetto. Non è stato semplice, ma era l’unica strada possibile per permettere alle donne di diventare sempre più autonome. Così, armate di carta e penna, le donne hanno frequentato due corsi di formazione: uno dedicato, nello specifico, allo sviluppo delle tecniche agricole, l’altro al microcredito, essenziale per condurle verso la completa autonomia.
Dal 2021 il problema della siccità in Kenya è stato molto grave. Tutti hanno iniziato a risentire della mancanza di acqua: le persone, gli animali, le piantine dell’orto. Le donne si sono organizzate con una piccola riserva d’acqua conservata in cisterne e taniche, ma ci sono settimane in cui nemmeno queste scorte bastano.
Nonostante tutto l’entusiasmo e l’impegno delle donne non si è mai fermato. E dopo l’avventura, tuttora in corso, per l’allevamento di caprette, sono state loro a proporre, per il 2022, la realizzazione di un pollaio, un’importante fonte di sostentamento e reddito grazie alla vendita di pulcini e uova.
Per il 2023 le donne vorrebbero incrementare l’attività di allevamento della fattoria acquistando una mucca ciascuna. 20 mucche permetterebbero di produrre tanto latte, un’importante fonte di sostentamento e, grazie alla vendita, di reddito.
Inoltre, analizzando i bisogni del territorio, le donne avrebbero pensato di creare un piccolo business: in Kenya spesse volte ci sono eventi all’aperto e loro vorrebbero dotarsi di una tenda e delle sedie da poter affittare a chi ne ha necessità. Le donne di Mutanu stanno diventando delle piccole imprenditrici!
Ci ha scritto suor Federica: “Le difficoltà non mancano, ma possiamo dire che questo progetto è fantastico. Le nostre donne sono orgogliose di farne parte: per loro l’orto rosa rappresenta un modo per dare un senso alle loro giornate. Valter sarebbe orgoglioso di loro! Ne sono certa. Mutanu di nome e di fatto. C’è tanta gioia in questa green house!”.
Il progetto Mutanu l’orto rosa, il mantenimento della serra e dell’allevamento di polli, caprette e mucche è possibile solo grazie a chi, ogni giorno, sceglie di stare accanto a queste donne. Non fargli mancare il tuo sostegno: dona ora.