È trascorso un anno dall’inizio di “Un lavoro per le mamme di Mathare” il progetto socio-educativo avviato in Kenya, a Mathare, una delle immense baraccopoli di Nairobi, che prevede di accompagnare per un anno quindici giovanissime mamme in un percorso di formazione, con l’obiettivo di insegnare loro come realizzare piccoli manufatti di artigianato, per imparare un’attività che possa generare reddito.
Il loro sostegno, inoltre, ha compreso anche un piccolo aiuto economico per la spesa e per i farmaci e una serie di incontri di supporto psicologico.
Le mamme di Mathare sono Veronica, Nancy e Everlyne, ragazze poco più che adolescenti, rimaste incinta durante la pandemia, vittime di abusi perché costrette a prostituirsi.
Le difficoltà
Il percorso non è sempre stato facile. Soprattutto all’inizio le mamme erano demotivate e senza speranza. Pian piano hanno però iniziato ad avere fiducia nel progetto e a comprendere l’importanza di imparare un lavoro, per rendersi autonome e indipendenti. Delle quindici donne coinvolte solamente una di loro non è riuscita ad arrivare fino alla fine del percorso perché caduta vittima della tratta.
Durante le sessioni di supporto psicologico alcune di loro si sono aperte e hanno raccontato di non sentirsi al sicuro e di subire aggressioni e maltrattamenti. Il grosso problema che è che a oggi non esiste una casa di accoglienza in cui le giovani donne possano trovare un rifugio sicuro.
I successi
Oggi queste giovani donne che all’inizio realizzavano solo orecchini e piccoli bracciali di perline sono diventate delle bravissime artigiane. Hanno acquisito nuove abilità che le hanno portate sino alla realizzazione di bellissime kiondo, delle tipiche borse keniote fatte a mano.
Tra le madri adolescenti oggi c’è chi è pronta per avviare una piccola attività di produzione e vendita di orecchini, borse, portachiavi, chi ha deciso di tornare a scuola e completare la propria istruzione, chi ha iniziato a frequentare un corso di formazione per estetiste e parrucchiere. Questi dodici mesi insieme sono serviti per dare a queste ragazze la concreta possibilità di un futuro migliore.
C’è un detto in Kenya che dice: “Educare una donna significa responsabilizzare l'intera comunità". E così è stato: le ragazze hanno trasmesso le conoscenze e abilità apprese al corso anche ad amici e vicini di casa che a loro volta si stanno attivando per iniziare una piccola attività di produzione di prodotti di artigianato.
E adesso?
Secondo il rapporto dell'African Institute for Development Policy (AFIDEP), la contea di Nairobi è la zona che sta registrando il numero di gravidanze adolescenziali più elevato (11.795 nel solo periodo gennaio-maggio 2020).
In questo ultimo anno sono state moltissime le giovani donne che hanno chiesto aiuto al nostro referente Joab Omoto e alle suore di Mathare che proprio in queste settimane si sono messi all’opera per individuare quindici nuove mamme che inizieranno il loro percorso verso la formazione, la fiducia e l’autonomia.
Un percorso che sarà possibile solo se tu ci sarai accanto. DONA ORA
SCOPRI IL PROGETTO