Alì ha 45 anni ed è insegnante di karate e difesa personale da quando ne aveva poco più di 20. Prima della pandemia lavorava full-time come addetto alla vigilanza e come istruttore; oggi grazie al progetto socio-educativo Famiglia e lavoro si occupa di accoglienza presso il Centro della Carità di Piazza San Giacomo a Foligno.
È in Italia da vent’anni Alì, da quando ha lasciato il Marocco in cerca di opportunità e da allora, racconta, si è sempre dato da fare.
“Sono arrivato qui perché avevo molti contatti; con il Marocco avevo partecipato più volte ai campionati mondiali ed ero diventato istruttore. Nel tempo ho conosciuto tante persone, italiane e non, che erano già qui e appena sono arrivato mi sono messo a fare quello che sapevo fare meglio, cioè insegnare”.
Fino a quando è arrivata la pandemia.
Una nuova opportunità grazie al progetto “Famiglia e lavoro”
“Con il Covid mi sono ritrovato senza lavoro. La palestra per cui lavoravo era chiusa e le attività di vigilanza e sicurezza che facevo, che erano legate per lo più a eventi e locali, erano sospese. È vero, non era un’occupazione per me quella della security per i locali: io lo facevo perché non avevo alternative. Poi la pandemia e la borsa lavoro che ho ricevuto mi hanno ridato tutto e ho potuto fare qualcosa che era più in linea con le mie aspirazioni.”
Così Alì è stato inserito per qualche mese nella portineria della Caritas diocesana. “All’inizio è stato difficile lavorare lì perché la mia mentalità era sbagliata. Poi ho capito che stavo facendo quello che non si fa mai sul tatami dell’aikido, uno degli sport che insegno: mandavo avanti il mio corpo, le mie azioni, mentre invece qui bisogna mandare avanti il cuore. Quando tutto parte da dentro vedi le persone sorridere. Allora è bello vedere la gente contenta, che con due parole ritrova un po’ di pace.”
Oggi quella borsa lavoro è diventata un contratto di lavoro: Alì collabora stabilmente con la Caritas diocesana nelle attività di accoglienza ed è felice.
Sì, perché il lavoro è molto più di un impiego e come dice lui, è la coperta della vita, “qualcosa che ti fa stare su, al caldo, quando fuori fa freddo. Ho passato un periodo in cui il lavoro era poco e ho dovuto fare anche attività che non mi piacevano ma adesso, finalmente, sono contento”.
A chi gli chiede qual è la grande lezione che ha imparato e che si sente di restituire a chi ancora, come lui, non ce l’ha fatta a risalire, risponde cantando le parole di una nota canzone egiziana che canticchia tutte le mattine quando nessuno lo sente e che sa tanto di futuro e di piccoli passi. Perché, come dice lui, occorre imparare a vivere giorno per giorno lasciando le paure alle spalle, perché oggi è la sola cosa che abbiamo, “domani si vedrà”.
Il progetto “Famiglia e lavoro”, realizzato in collaborazione con Caritas Diocesana Foligno e Fondazione Arca del Mediterraneo, è uno dei progetti continuativi della Fondazione Valter Baldaccini e ha come obiettivo l’inserimento lavorativo di persone disoccupate e svantaggiate.
Sono tante le persone come Alì che hanno bisogno di aiuto per trovare un lavoro e riappropriarsi della propria dignità. Puoi aiutarle sostenendo la Fondazione con una donazione.
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